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Il libro, teso tra la grande tradizione socratico-platonica del sapere di non sapere, segno e misura della finitezza dell'uomo, e la sua riproposizione kantiana, ruota attorno a due fuochi, l'essere e la verità, e sostiene la tesi che essere e nulla siano «concetti limite». Il testo procede in costante dialogo con le forme più essenziali e rigorose del pensiero contemporaneo, soprattutto con la declinazione dell'essere come possibilità di Heidegger e con quella dell'essere come necessità di Severino; rivendica con forza l'irriducibilità dell'essere all'ente e del pensiero al linguaggio; e mostra le ragioni che soggiacciono alle diverse soluzioni del problema del vero: la soluzione predicativa (Aristotele), la soluzione post-predicativa (Hegel) e la soluzione ante-predicativa (Heidegger). In appendice è riprodotto il testo sulla struttura dell'essere che segna il terminus a quo della presente riflessione.